Immagine corporea e fotografia: piccola introduzione


Facciamo il punto sull'immagine corporea e come sia legata alla fotografia di ritratto


Questo è il primo post di una serie dedicata al corpo e la fotografia, a come ci sentiamo nel nostro corpo quando siamo fotografati o a guardare la nostra immagine. 

Ma anche a come il corpo viene rappresentato nelle immagini e a tutti quei tranelli della psicologia positiva ad oltranza, che crea più sensi d'inadeguatezza che altro.

Mi occupo di disturbi dell'immagine corporea e del comportamento alimentare da circa 25 anni, quindi quando 10 anni fa ho preso in mano una macchina fotografica ed ho iniziato un percorso di formazione fatto di numerosi corsi e workshop sulla fotografia di ritratto, diciamo che avevo le idee piuttosto chiare di quale potenza avesse (anche in senso negativo) un ritratto o un autoritratto.

Farsi fotografare vuol dire mettersi in una condizione di grande vulnerabilità nelle mani di qualcun altro.

Non è per tutti e non tutti amano farsi fotografare.

Ci sono persone che addirittura sono dei fantasmi negli album di famiglia: è sempre quello che fa le foto, quello che era in bagno, che si muove e appare sfuocato, che chiude gli occhi, ecc.

La macchina fotografica ferma il tempo e, come diceva Barthes in "La camera chiara", la fotografia in fondo è una piccola morte. Motivo per cui molti potrebbero non sentirsi a proprio agio nell'essere "immortalati" in una foto.


Quando si vive un disagio psicologico con il cibo e con il corpo

Per qualcuno farsi fotografare diventa anche doppiamente complicato: parlo di tutte quelle persone che combattono con i disturbi dell'immagine corporea e del comportamento alimentare.

Oggi è la giornata mondiale della salute mentale, ma ti dirò una cosa subito senza girarci intorno: di salute mentale e di disturbi psicologici associati al corpo e al cibo, la popolazione mediamente non ne sa assolutamente nulla. Qualche stupidaggine del tipo: le ballerine sono anoressiche, chi si abbuffa non ha forza di volontà, è sempre colpa della mamma (o del papà, scegli tu) e via dicendo.


Che cos'è l'immagine corporea: una definizione

In realtà la nostra immagine corporea non è quello che si riflette nello specchio, ma è una costruzione mentale che nasce con noi e si sviluppa nel corso di un lungo processo dai primi momenti di vita fino al nostro presente. Indubbiamente i primi anni di vita hanno un rilievo fondamentale nella costruzione di problemi o disagi in relazione alla nostra immagine corporea. 

Perché affermo che l'immagine corporea si costruisce nei primi anni di vita? Il motivo è legato al fatto che il modo in cui percepiamo il nostro corpo riguarda la relazione che costruiamo con le persone intorno a noi e che ci crescono, la relazione che abbiamo con il nostro corpo bambino e tutta una serie di aspetti legati al processo psico-fisico di crescita.

E' questa interazione, tra dentro e fuori di noi, che costruisce il modo in cui ci relazioniamo a noi stessi e anche al nostro corpo. Il cibo ingoiato, vomitato, sputato, ha la stessa funzione di mimare quel rapportarsi tra il nostro mondo emotivo interno e quello che accade fuori. Se il mondo fuori lo viviamo come poco digeribile o pericoloso, lo sbraneremo o lo rifiuteremo.

La fotografia di ritratto per chi vive problemi psicologici con il corpo e con il cibo, è spesso molto complicata perché il corpo è visto come non adeguato e quindi non presentabile. Chi è consapevole di avere un problema ed è già all'interno di un percorso di cura, fatica comunque per lungo tempo ad accogliere il corpo per quello che è.

Le frasi classiche che mi dicono sono: "Quando dimagrirò, andrò al mare, in palestra a farmi fotografare" oppure "Sono brutta, ho la pancia, le smagliature, ecc.". 

Quello che vedo è un atteggiamento di attesa, in cui è come se si fosse bloccate in un presente e solo proiettate nel futuro con un mantra che suona tipo: "Quando avrò il corpo ideale, dei miei sogni, allora potrò espormi".

La questione è che questo corpo ideale è appunto un costrutto mentale, un ideale, non è il corpo reale. Quello comunque, finché non lasci andare l'ideale, non andrà mai bene, a qualunque peso o forma. Te lo assicuro.


Oggi voglio farti un invito se anche tu sei in lotta con la tua immagine corporea

Non ascoltare la body positivity che ti fa sentire inadeguata perché non riesci a sentirti bella. Va bene sentirsi anche brutte a volte.

Ok, non ci sentiamo belle e quindi?

Il nostro corpo non deve essere bello per forza. Non siamo costrette a poter provare solo emozioni positive sul nostro corpo. Va bene se ogni tanto senti emozioni spiacevoli.

Il nostro corpo è. Ci fa sentire il mondo intorno a noi. Ci fa abbracciare ed essere abbracciati. Ci porta nei posti dove vogliamo andare. Ci fa stare bene e ci fa stare male. Ma è il nostro corpo. Godiamocelo per quello che è. 

Aspettare il corpo ideale, vuol dire negarsi oggi una serie di cose. 

E se invece potessimo farle lo stesso stando in quello che sentiamo un limite?

Se potessimo accogliere i nostri limiti, il sollievo sarebbe notevole e potremmo scoprire altro di noi che forse non abbiamo mai guardato, troppo distratte dalla rincorsa ad un rigido ideale.




Qualche idea per fotografare il tuo corpo senza ansie

Potremmo iniziare a farci dei piccoli autoritratti solo per noi stesse. Magari se sei in imbarazzo, solo dei dettagli. Che ne pensi di una serie dei tuoi piedi in vari luoghi della tua giornata?

Oppure la tua mano mentre fa cose nella tua quotidianità: una sorta di diario fotografico delle mani.

Se invece ti senti pronta, potresti raccontare una parte del corpo che non ti piace e fare scatti da diverse angolature: per esempio la pancia di profilo, dall'alto e aggiungere elementi che invece ti piacciono come ho fatto io con i fiori.

Ti auguro un buon lavoro e se dovessi pubblicare le immagini che realizzerai su Instagram, taggami con @margaretiris_photography così corro a vederle.


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